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9 Luglio 2019

Come evolverà il mondo del Fashion Retail? Tre previsioni per il futuro

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Fashion renting: nel 2023 la moda del noleggio dei vestiti griffati varrà 1,9 miliardi di dollari

Secondo la ricerca condotta da Espresso Communication, effettuata analizzando abitudini e bisogni del consumatore medio, la durata di vita di un capo d’abbigliamento è inferiore a 160 utilizzi. Una tendenza davvero dannosa per l’ambiente che genera 16 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno nella sola Unione Europea.
Per contrastare il fenomeno del Fast Fashion, ovvero la produzione di indumenti “usa e getta” a prezzi molto bassi, l’alta moda sta cambiando il concetto di Retail a partire dalle sue fondamenta. L’obiettivo? Proporre capi d’abbigliamento destinati a singole esperienze.

È l’America la pioniera di questo nuovo trend, che sta prendendo sempre più piede anche in Italia: il Fashion Renting, il noleggio di vestiti firmati, che rende l’abbigliamento di alta moda accessibile a tutti sia online sia fisicamente nei negozi.
Secondo Allied Market Research si tratta di un’incredibile opportunità di business per il settore Retail, e si stima che nel 2023 raggiungerà il valore record di 1,9 miliardi di dollari.

 

Ecosostenibilità: il 66% dei consumatori del settore Fashion Retail sceglie i brand virtuosi

La salvaguardia dell’ambiente come valore aggiunto per il settore Fashion Retail: è questo il dato emerso dal report “The State of Fashion 2019“ pubblicato da McKinsey/Bof, secondo il quale due terzi dei consumatori mondiali sono disposti a spendere di più pur di scegliere prodotti realizzati con materiali di origine naturale.
Se i consumatori sono quindi sempre più consapevoli del valore etico di ciò che indossano, di rimando i settori della Moda e del Retail stanno sviluppando un mercato competitivo, al cui centro c’è il concetto di ecosostenibilità.

Tale impegno è evidente sia nei brand di alta moda come Stella McCartney, che sta dando vita a collezioni che includono accessori o capi realizzati con materiali riciclati, sia nelle grandi catene di franchising, tra le quali spicca H&M, che ha l’obiettivo di usare esclusivamente prodotti realizzati con tessuti ecosostenibili (ad esempio cotone, lino, fibre d’ananas) entro il 2030.

 

Retail marketing: il futuro dei negozi fisici in un mercato sempre più social

Nel mercato Retail, che vede come protagonisti consumatori sempre più connessi, il confine tra online e offline sta diventando sempre più sottile.  La trasformazione digitale però, a differenza dei timori diffusi con il suo avvento, non sta sostituendo ma facilitando la vendita in negozio, che detiene ancora il primato dell’80% rispetto agli acquisti “online”.
Questa integrazione tra differenti metodologie di acquisto sta portando a una vera e propria “reinvenzione” del Retail Marketing, che mette al centro delle strategie di vendita del futuro una nuova esigenza del consumatore abituato all’immediatezza degli acquisti online: possedere il prodotto nel momento esatto in cui ne viene a conoscenza.

Alcuni grandi Brand hanno già iniziato a sperimentare alcune tecniche di Retail Marketing innovativo, quali ad esempio la formula “Scegli e ritira”, che prevede l’acquisto online e il ritiro del prodotto immediatamente presso il punto vendita, e l’introduzione di tablet all’interno dei negozi, che permettono di visionare il catalogo e ordinare i prodotti in tempo reale.
Sempre più in voga è anche il “Retailtainment”, ovvero l’organizzazione all’interno dei punti vendita di eventi rivolti ai consumatori e agli influencer, con lo scopo renderli davvero partecipi attraverso la condivisione della loro esperienza sui canali social, come “brand ambassador” del marchio.


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