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19 Dicembre 2019

Pellicole commestibili, imballaggi attivi, inchiostri bio: il futuro è in tavola

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Imballaggio funzionale: la nuova frontiera del confezionamento innovativo

In Italia sta prendendo piede un nuovo concetto di imballaggio, tecnologico e ecologico, per contrastare lo spreco e lo scarto alimentare a favore della sostenibilità. Si tratta dell’imballaggio funzionale, o active & intelligent packaging, che interagisce biologicamente con gli alimenti e con l’atmosfera all’interno della confezione, proteggendo i cibi dal rischio microbico e dall’ossidazione.

Incredibili sono i vantaggi dell’utilizzo di quest’innovazione per le aziende produttrici del settore alimentare: non solo vengono protetti valori nutritivi e stabilità degli alimenti, ma si ottiene anche una shelf-life notevolmente prolungata, moltiplicando di conseguenza le opportunità di consumo. Secondo i test effettuati da Bestack in collaborazione con l’Università di Bologna, gli imballaggi attivi per ortofrutta possono ridurre gli scarti dall’8 al 10%, riduzione che in Italia equivale a circa 750.000 tonnellate di prodotto.
Insieme all’utilizzo dell’ozono in campo alimentare, questa è una delle strategie più innovative del settore.

 

Edipeel: la pellicola bio che non si vede ma c’è (e raddoppia la conservazione dei prodotti)

Edipeel è una pellicola realizzata con scarti vegetali e biologici che consente di migliorare la qualità di frutta e verdura e di rallentarne il deterioramento. Questa sostanza sottile, trasparente e commestibile, brevettata dalla start-up Apeel Sciences e supportata finanziariamente dalla Bill & Melinda Gates Foundation, sta registrando un incredibile successo in America: adatta a diversi tipi di frutta e ortaggi, consente infatti un incremento del 50% della conservabilità commerciale dei prodotti.

In che modo agisce Edipeel? Ce lo spiega la rivista scientifica di settore “Industrie Alimentari”, nel numero di dicembre 2018. La rivista evidenzia in particolar modo la duplice funzione della pellicola, che se da un lato non consente all’acqua di evaporare, dall’altro impedisce all’ossigeno di interagire con il cibo provocandone il deterioramento.

Attesissima anche oltreoceano, quest’innovazione potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza nella risoluzione di un problema sempre più pressante in Europa: la riduzione dello spreco alimentare, che interessa per il 50% principalmente frutta e verdura.

 

MOCA: inchiostri da stampa di derivazione naturale per difendersi dalle sanzioni

Il futuro degli inchiostri alimentari e da stampa è biologico. Come descritto dall’esperto Marco Picasso nell’approfondimento Inchiostri. Ruolo e rischi per igiene e sicurezza, pubblicato in “Alimenti & Bevande” (1, gen-feb 2017), è sempre più intensa in Italia l’attività di ricerca sull’utilizzo di pigmenti di derivazione naturale (curcuma, legno di acero canadese ecc.) e delle proteine del latte come legante.

Perché ci si sta muovendo in questa direzione? Non solo per motivi ecologici: con l’aggiornamento dei regolamenti CE 1935/2004, le norme che regolano l’utilizzo di inchiostri su materiali a contatto con gli alimenti sono diventate ancora più severe.

Le sanzioni previste e le certificazioni qualitative richieste sono sempre più serrate, non solo per le aziende agroalimentari ma anche per quelle produttrici di MOCA (materiali e oggetti a contatto con gli alimenti).

Se un primo passo può essere la conoscenza delle linee guida Gmp e delle buone pratiche di fabbricazione istituite da EuPIA, per essere assolutamente al sicuro da sanzioni è opportuno adottare un Piano MOCA.


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